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Wednesday, November 28, 2012

Preso uno dei killer dell'operaio ucciso Non aspettò l'sms che indicava il bersaglio


Lino Romano era stato scambiato per un pusher
e trucidato in macchina nel quartiere di Marianella
La svolta dopo il «pentimento» di una complice dei sicari

NAPOLI - Era andato a far visita alla fidanzata e venne trucidato perché scambiato per un pusher che doveva morire. Oggi, mercoledì 28 novembre, è stato fermato dai carabinieri uno dei presunti assassini di Pasquale Romano, detto Lino, il giovane operaio ucciso per errore, il 15 ottobre, in Corso Marianella a Napoli. Si tratta di Giovanni Marino, rintracciato a San Giovanni a Teduccio. Le indagini sono state coordinate dai pm Sergio Amato ed Enrica Paracandolo.

CRIVELLATO DI COLPI - Insolita fu la ferocia dei killer che gli spararono contro 14 colpi. Lino cercò di fuggire da quell’inferno di piombo. Ma un palo, un maledetto palo, non gli consentì di evitare il suo incredibile e fatale destino. Da quanto fu ricostruito dagli investigatori, Pasquale era partito da Cardito, entroterra napoletano, alla volta di Napoli per andare nel quartiere di Marianella a salutare Rosanna, la sua fidanzata che non vedeva da qualche giorno. In casa della ragazza si intrattenne poco perché doveva andare a giocare a calcetto con gli amici. Appena sceso fu crivellato di colpi dai sicari. La sua vita si fermò in quell'abitacolo insanguinato.

SMS E LA DONNA «PENTITA» - I killer non aspettarono un sms e per questo uccisero la persona sbagliata, cioè Romano. Una donna - che era nel palazzo della fidanzata di Romano - doveva avvertire i killer quando il loro obiettivo stava per uscire. Ma i malviventi non attesero l'sms e uccisero erroneamente Lino. L'inchiesta della Dda sull'omicidio ha avuto una svolta venerdì notte, quando la donna si è presentata al commissariato di polizia di Scampia manifestando la volontà di collaborare. La donna era presente ad una cena alla quale partecipava il vero obiettivo dei killer, Domenico Gargiulo. La cena si stava svolgendo, la sera dell'agguato, nel palazzo in cui abita la fidanzata di Pasquale Romano, stabile davanti al quale l'operaio fu ucciso. Ha riferito agli inquirenti che informò Giovanni Marino, fermato, e il complice dell'arrivo di Gargiulo ma che si udirono gli spari prima che la cena terminasse e che lei avesse avuto il tempo di mandare il messaggio per avvertire che il vero obiettivo stava uscendo dal palazzo.
LA ZIA - La «pentita» è la zia della fidanzata di Gargiulo, il vero obiettivo dei killer. Si è presentata in commissariato con i suoi due figli, che hanno avuto un ruolo nella pianificazione del delitto e che ora vivono con lei in una località protetta. Nella zona di Scampia la decisione della donna di collaborare si è diffusa rapidamente e Giovanni Marino e il suo complice si sono allontanati dalle loro abitazioni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i killer sono legati al gruppo degli «Sscissionisti», cioè al cartello Abete - Abbinante - Notturno, mentre la vittima mancata è vicina al gruppo dei «girati»; lo scontro riguarda il controllo delle piazze di spaccio. Il tentativo di uccidere Gargiulo, doveva essere la risposta ad un altro agguato, quello in cui, il 17 settembre, in via Giovanni Antonio Campano perse la vita Roberto Ursillo.

IL PAPA' DI LINO- «Gli assassini di mio figlio sono belve che non perdonerò mai», dice all' Ansa Giuseppe Romano, papà di Pasquale. «Ho sempre creduto e sempre crederò nella giustizia - dice - Non ci sono termini per definire quegli assassini. Anche chiamarli belve è troppo poco».

NAPOLITANO - La famiglia di Lino levò subito il suo grido di dolore, chiedendo giustizia per il ragazzo. Ci fu un incontro con il ministro dell'Interno Cancellieri, pochi giorni fa la famiglia fu ricevuta dal presidente Napolitano a Villa Rosebery. Le indagini andarono avanti incessanti mentre il cardinale Sepe lanciava il suo «anatema»: «Prego per la famiglia di questo giovane, il suo sacrificio non sarà vano. E agli assassini dico: fermatevi, perché questo cammino nel buio in cui vi state indirizzando porta solo distruzione e morte».

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