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Wednesday, November 28, 2012

Consiglio di Stato: Lazio subito al voto Scontro Polverini-Zingaretti sulla data


Respinto il ricorso contro il Tar, confermata la pronuncia di primo grado: ora la governatrice dovrà firmare il decreto che fissa il giorno. L'opposizione: «Urne a gennaio»

ROMA - Lazio subito al voto. O almeno, al più presto. Il Consiglio di Stato ha respinto martedì 27 novembre il ricorso della presidente Renata Polverini e ha confermato «integralmente» la sentenza del Tar del Lazio che imponeva alla governatrice di indicare la data delle elezioni entro venerdì 16 o sabato 17 novembre. Lo scorso 16 novembre, la corte - con decreto monocratico - aveva provvisoriamente sospeso la sentenza di primo grado e alcuni avevano pensato che fossero così riaperti i giochi sullo slittamento delle elezioni regionali nel Lazio.

DATA ENTRO 90 GIORNI - Il Tar aveva stabilito che le elezioni regionali dovessero essere indette per decreto entro il 17 novembre e dovessero comunque tenersi entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio regionale, e dunque entro il prossimo 28 dicembre: una data, tuttavia, ormai impraticabile. I giudici amministrativi avevano anche nominato commissario «ad acta» il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri «perché si sostituisca al presidente dimissionario della Regione Lazio in caso di inadempimento». Ora con la sentenza del Consiglio di Stato Polverini avrà 5 giorni per decidere e firmare.
E sulla data della consultazione è subito lite. In serata, martedì, Polverini avrebbe detto ai suoi collaboratori: «Indirò le elezioni, ma per il 10 marzo». Il candidato del Pd alla Regione Nicola Zingaretti chiede si voti subito. E l'avvocato Gianluigi Pellegrino - il legale che presentò il ricorso al Tar per conto del Movimento Difesa del Cittadino - avverte: «Alle urne a gennaio, altrimenti bisogna chiamare i carabinieri».

OLTRE DUE MESI DI ATTESA - La governatrice - che a inizio novembre aveva promesso di fare presto - dovrà firmare entro il 2 dicembre il decreto con la data delle elezioni per il rinnovo degli organi della Regione Lazio. La scelta della data sarebbe dovuta cadere - per questioni tecniche - su quel 10 marzo che il ministro Cancellieri ha indicato come data per le elezioni regionali in Lombardia e Molise. Ma i giochi sono ormai riaperti: per conoscere il giorno delle urne gli elettori del Lazio dovranno attendere forse domenica; oltre due mesi dal giorno in cui Polverini si era dimessa, il 27 settembre scorso, promettendo di cacciare i politici indegni dalla Regione.

TEMPI TECNICI E COERENZA - «È una buona notizia per i cittadini del Lazio, per tutti coloro che hanno chiesto che in questi mesi venisse rispettata la legalità», commenta Nicola Zingaretti presidente della Provincia di Roma e candidato alla presidenza della Regione Lazio. E avverte: «Ora ci aspettiamo coerenza rispetto a questi provvedimenti». Anche perchè molti «ritenevano un elemento di stravaganza il fatto che una Regione come il Lazio chiudesse per 8-9 mesi». Zingaretti ribadisce la necessità di un'immediata indizione delle elezioni.
«Avere un Consiglio Regionale sciolto per mesi era ed è illegale», ribadiscono i consiglieri regionali radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. «Si scelga ora una data - chiedono -, rispettando il tempo necessario per la raccolta firme e per una campagna elettorale da non sovrapporre ad altre elezioni»

L'OPPOSIZIONE: VOTARE A GENNAIO - L'opposizione insiste: si può votare a gennaio. «Le scuse sono davvero finite. Alla Polverini non resta che un ultimo atto da firmare - dice Luigi Nieri, capogruppo di Sel -. Si può votare a gennaio». «Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar del 12 novembre che imponeva alla Polverini di indire le elezioni entro cinque giorni. La suprema magistratura amministrativa conferma che da due mesi la Regione è bloccata in modo del tutto illegale - tuona il capogruppo Pd in Regione Lazio Esterino Montino -. Ora si proceda senza altre meline e rinvii. La Polverini faccia il suo dovere: firmi il decreto con la data delle elezioni. Si possono fare entro la fine di gennaio. Non perdiamo altro tempo». 
«È ovvio che a questo punto si deve votare a gennaio; altrimenti si commetterà un reato penale», concorda Gianluigi Pellegrino, che, in qualità di legale del Movimento Difesa del Cittadino, si era rivolto al Tar per ottenere una veloce indizione delle elezioni regionali nel Lazio.
IL NODO DEI 70 CONSIGLIERI - «Polverini non aspetti i cinque giorni - chiede il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio -, ma indica le elezioni martedì sera o al massimo mercoledì mattina. Per quanto riguarda i costi della politica, sappia Polverini che il ginepraio nel quale si è lei stessa cacciata, dimettendosi prima di far passare il ridimensionamento del Consiglio regionale, ha una sola soluzione: rimanere a 70 consiglieri, dimezzandone l'indennità, mentre l'indizione unilaterale a 50 consiglieri sarebbe anticostituzionale».

L'ANNUNCIO DEL 16 NOVEMBRE - Lo scorso 16 novembre, nel provvedimento sospensivo, la quinta sezione di Palazzo Spada aveva sottolineato l'opportunità che la fissazione della data del voto in Lazio avvenisse dopo un provvedimento del Consiglio di Stato «dotato di stabilità» e quindi dopo la camera di consiglio del 27 novembre e la relativa decisione. Nel provvedimento di sospensione il Consiglio di Stato spiegava che «nelle more della decisione collegiale della domanda cautelare, la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della Presidente della Regione ovvero del commissario ad acta in via sostitutiva» avrebbe arrecato «all'appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l'esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che - a suo avviso - il provvedimento potrebbe avere».

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